Quando si consuma cipolla, uno degli effetti più fastidiosi e imbarazzanti può essere l’alito pesante che si manifesta subito dopo i pasti. Questo fenomeno dipende principalmente dalla presenza di composti solforati, responsabili non solo del tipico odore pungente della cipolla ma anche della sua permanenza nel respiro e a volte persino nell’odore corporeo. Non tutti sanno, però, che la scelta della giusta varietà può fare la differenza sia a livello di gusto che di impatto olfattivo.
Perché la cipolla altera l’alito?
Il caratteristico odore sgradevole che compare dopo aver mangiato cipolla deriva dai composti solforati, come il solfuro di allile e propile, che si liberano durante il taglio e la masticazione dell’ortaggio. Queste sostanze sono altamente volatili e, una volta ingerite, vengono assorbite dal flusso sanguigno per poi essere espulse principalmente tramite i polmoni, persistendo nell’alito per diverse ore. Inoltre, gli amminoacidi della cipolla, metabolizzati dall’organismo, producono ulteriori composti solforati, responsabili anche, in parte, di possibili cambiamenti nell’odore della pelle.
La cottura può attenuare l’intensità di questi composti, rendendoli meno volatili e dunque più tollerabili per alito e respiro. Tuttavia, ne resta spesso una lieve traccia, mai completamente eliminabile. Tra i rimedi più consigliati, il consumo di prezzemolo fresco, tè verde o gomme senza zucchero può aiutare a neutralizzare i cattivi odori.Cipolla e composti solforati restano comunque alla base sia della piacevole fragranza che del principale inconveniente legato a questo ortaggio così ricco di proprietà.
La varietà di cipolla che causa meno odori
Non tutte le cipolle sono uguali: alcune varietà sono decisamente meno invasive dal punto di vista olfattivo. In particolare, le cipolle rosse e le cipolle dolci presentano una concentrazione inferiore di composti solforati responsabili dell’odore intenso. Questo le rende ideali per chi desidera evitare o attenuare il problema dell’alito cattivo. Le cipolle rosse, infatti, sono apprezzate per il loro sapore più dolce, per la fragranza meno marcata e per il basso impatto sull’alito.
Tra le varietà più consigliate spicca la cipolla rossa di Tropea, celebre per il suo gusto delicato e la minore invasività anche a crudo. Questa tipologia, coltivata soprattutto nel sud Italia, è perfetta per essere consumata in insalata, su crostini o come base per piatti leggerissimi e profumati senza il rischio di lasciare tracce sgradevoli nel respiro. Anche altre cipolle dolci come quelle di Alife (Campania) o Acquaviva delle Fonti (Puglia) figurano tra le scelte migliori per chi vuole coniugare gusto e leggerezza aromatica.
- Cipolla rossa di Tropea: dolce, delicata, poco invadente sull’alito
- Cipolla rossa di Suasa: aromatica e delicata
- Cipolla di Certaldo (rossa o viola): ottima a crudo, sapore morbido
- Cipolla dolce di Alife: particolarmente zuccherina
- Cipolla di Acquaviva delle Fonti: noto per la dolcezza e la scarsa pungentezza
Consigli pratici su preparazione e consumo
Oltre alla scelta della varietà, anche il metodo di preparazione influisce in modo sostanziale sull’impatto olfattivo della cipolla. Le cipolle caramellate, ad esempio, grazie a una lenta cottura che sviluppa i loro zuccheri naturali, rilasciano un’aroma dolce e molto meno acre rispetto alla cipolla cruda. Questo permette di godere pienamente del sapore dell’ortaggio riducendo notevolmente il problema dell’alito cattivo.
- Cipolle caramellate: perfette su bruschette, nel ripieno di torte salate, come contorno
- Cipolle stufate: aggiunte a risotti, minestre o contorni, emettono un profumo più soave
- Cipolle grigliate: ideali da abbinare a piatti di carne, grazie al sapore dolce e meno pungente
La cipolla cruda, invece, è la principale responsabile dell’alito forte: a chi proprio non vuole rinunciare al gusto di una bella insalata con cipolla, meglio optare per le varietà rosse o dolci, magari tagliate sottili e lasciate in ammollo in acqua fresca per qualche minuto: questo piccolo trucco aiuta ad abbassare ulteriormente l’impatto olfattivo dei composti solforati.
Alcune curiosità sulle varietà e il loro uso in cucina
Le cipolle bianche tendono a essere più pungenti e aromatiche rispetto alle rosse, risultando più adatte a cotture lunghe che ne addolciscono il sapore. Le cipolle rosse o dolci, invece, sono ottime sia a crudo che cotte. In Italia, sono particolarmente apprezzate la già citata cipolla di Tropea e la dolcissima cipolla di Giarratana (Sicilia), caratteristica per la sua grande pezzatura. Nelle regioni centrali e settentrionali si trovano varietà come la bianca di Chioggia o la bianca di Barletta, dal sapore più intenso ma non eccessivamente fastidioso.
Un ruolo simile alla cipolla, ma con impatto decisamente più morbido sia sul gusto che sull’alito, è svolto dallo scalogno, particolarmente indicato in ricette delicate o dove l’odore non deve prevalere. Anche i cipollotti, ossia cipolle raccolte ancora giovani, hanno un profilo aromatico più leggero e sono molto usati a crudo, soprattutto in insalate e tartare.
In sintesi, chi non vuole rinunciare al piacere della cipolla può scegliere le varietà più dolci e delicate, adottando alcuni accorgimenti durante la preparazione. La minore concentrazione di composti responsabili dell’odore, insieme a una cottura appropriata, consente di limitare il rischio di alito cattivo e di apprezzare appieno tutte le virtù di questo prezioso ortaggio.